Chi sono: la mia mente, le mie cadute, la mia missione.
Una mente sensibile. E fragile.
Mi chiamo Anormale, la mia mente è spesso stata un labirinto. Sono nato con una sensibilità fuori scala: sento troppo, capisco troppo, analizzo tutto. Quella che da bambino sembrava una dote, crescendo è diventata un’arma a doppio taglio (forse).
Non sono uno psicologo. Non sono un medico.
Sono una persona che ha convissuto per più di 10 anni – e convive – con disturbi mentali gravi:
- Depressione profonda
- Disturbo bipolare
- Ansia generalizzata e ansia sociale
- Episodi psicotici, paranoia, disconnessione dalla realtà
Queste etichette non raccontano tutto. Ma sono nomi che conosco bene. Li ho vissuti e li ho studiati, a mio modo. Ho osservato dentro la mia mente con una lente che pochi hanno, perché ne ero dentro, fino al collo.
Perché scrivo?
Scrivo per chi si sente perso.
Per chi si sveglia con l’ansia addosso e non capisce da dove arrivi.
Per chi si guarda allo specchio e non si riconosce più.
Per chi si chiede, nel silenzio, “che diavolo mi sta succedendo?”.
Scrivo per dare spiegazioni, ipotesi, stimoli a chi sta vivendo ciò che io ho vissuto.
Non ti dirò mai cosa devi fare. Non sarò mai un guru da social o un motivatore da palcoscenico.
Ti racconterò come ho vissuto certe cose, cosa ho capito, cosa ha funzionato per me e cosa no.
Ti offro riflessioni, non cure
Questo blog non è una terapia. È una finestra su una mente anormale, come forse è anche la tua.
Ogni articolo è pensato per farti riflettere, non per darti una verità.
A volte sarà provocatorio, altre volte più narrativo, altre ancora diretto e crudo.
Alcuni articoli proporranno “trick” che ho usato per sopravvivere a momenti durissimi:
- strategie contro l’ansia sociale
- modi per affrontare il vuoto depressivo
- come non farsi travolgere dai pensieri in un episodio maniacale
- gestire la solitudine
- affrontare la vergogna e lo stigma
Ma nulla di tutto questo è “un consiglio medico”. È esperienza filtrata da una mente profonda, malata, lucida e spesso disillusa.
Sta a te interpretarla.
Non sono un caso risolto. Ma sono vivo. E presente.
Cercherò di non parlarti mai come se fossi arrivato da qualche parte. La verità è che combatto ancora.
Ma ora ho molti più strumenti. Ho consapevolezza. Ho tanta voglia di raccontare.
Ho fatto un patto con me stesso: se ciò che ho vissuto non serve ad aiutare nessuno, allora che senso ha avuto?
Questo blog è la mia risposta, la mia chiamata di vita.
Se ti riconosci in ciò che scrivo, allora siamo già in due.
Forse anche tu ti sei sentito “anormale”. Anche tu hai un passato difficile. Anche tu hai avuto paura di impazzire. Anche tu sei sensibile. Anche tu hai nascosto il tuo dolore per paura di essere etichettato.
Se sì, allora sei nel posto giusto.
Benvenuto/a su Anormale.