L’ansia sociale non è solo paura del giudizio.
È iper-consapevolezza.
Di te, degli altri, dell’ambiente.
È la capacità di leggere un’intera stanza con lo sguardo, e uscirne stremato dopo 30 minuti.
Ci sono passato. A volte mi ritorna.
Quando ho smesso gli antipsicotici, mi sembrava che ogni persona fosse uno specchio distorto. Non riuscivo più a parlare con nessuno dall'ansia.
Camminavo per strada, e sentivo gli occhi di tutti addosso.
Anche se nessuno mi guardava davvero.
Non è stato facile.
Ma a un certo punto ho capito che quella sensibilità, se incanalata, era una marcia in più.
Alcune cose che mi hanno aiutato a superare l'ansia sociale:
- Allenandomi parlando da solo davanti allo specchio, immaginandomi in un contesto sociale.
- Uscire di casa, da solo, facendo una passeggiata, anche se con ansia.
- Sfidarmi anche solo per un attimo: dire una cosa in più ad una persona, fare una domanda, restare di più.
- Quando mi prendeva l'ansia, se ero seduto toccavo la sedia o spingevo i miei piedi verso il basso.
Sei strano?
Se fossi davvero “strano”, non ti preoccuperesti di esserlo.
L’ansia sociale non è un errore.
È il tuo sistema che urla: “Qui non mi sento al sicuro”.
Non ignorarlo. Non combatterlo. Trattalo come un messaggio.
L’ansia sociale non è l’unico modo in cui possiamo perderci e ritrovarci. Se vuoi continuare a capire quanto la mente può tradire - o proteggere - leggi anche i miei racconti sulle cadute depressive o sulla psicosi indotta da cannabis. Ti aspetta un percorso non lineare, ma vero.