Accettarli, subirli, poi risorgere: la verità cruda oltre lo stigma

Per anni mi sono sentito diverso e fragile. Non in senso poetico. Diverso nel senso biologico. La mia testa andava in crash, come un sistema operativo corrotto, e l’unica cosa che poteva tenermi vivo erano i farmaci. Altro che meditazione, yoga e camomilla. Parliamo di psicosi vere: deliri, pensieri ossessivi, allucinazioni, paranoie. Roba che ti frantuma. Non è solo una questione “mentale”, è fisica, neurale, chimica. Biologia pura.

Quando ho iniziato i farmaci, non è stato un percorso lineare, per colpa mia. Ho avuto quattro ricadute. Ogni volta che stavo meglio, c’era sempre la tentazione di “liberarmi” da quella rigidità che mi era rimasta in corpo. La cannabis, la dannata cannabis, mi sembrava una scorciatoia per sentirmi più sciolto. Peccato che mi abbia fatto sprofondare ogni volta in uno stato di delirio puro.

Test su test. Farmaci diversi, dosaggi diversi. Sedazione, apatia, confusione. Ma anche: salvezza. Perché in quel caos, quei farmaci mi hanno tenuto vivo. Punto e stop.


Subire il farmaco è solo metà della storia

La battaglia inizia anche quando inizi a stare meglio. Quando il delirio si spegne, ma resta il cervello con traumi di guerra. Stanco. Confuso. Irrigidito. Non sei più psicotico, ma non sei nemmeno “tu”.

Ti guardi allo specchio e ti chiedi:
“Ma io ero davvero quello lì che credeva di essere seguito dai governi? Quello che pensava di essere un genio incompreso?”

Sopravvivere è una cosa. Ritrovarti è un’altra.
E il farmaco non lo fa per te. Quello è un lavoro tuo, personale, quotidiano. Camminare, leggere, pensare, osservarti, socializzare un po’. Ti alleni a essere di nuovo umano. Ma non come prima: stavolta sei un umano aggiornato, consapevole del limite, ma anche della potenza della mente.


Lo stigma: chi lo alimenta è solo ignorante

No, non mi sono mai sentito sbagliato per aver preso farmaci. Anzi, sono grato. A loro (i farmaci), al mio Psichiatra, alla scienza.

La gente che dice “i farmaci ti rincoglioniscono” è la stessa che beve 3 spritz e si fuma una canna per rilassarsi. Ipocrisia allo stato puro.

Io parlo di neuroni, sinapsi, dopamina, recettori. Non di astrologia.
I farmaci non ti salvano l’anima, ma ti rimettono in pista. E senza quella stabilità chimica, io oggi non sarei qui a scrivere, veramente.
Non ci sarebbe nessun blog, nessuna rinascita, nessuna autoconsapevolezza.


Non sono la salvezza. Ma nemmeno il nemico

I farmaci non sono né il mostro, né il miracolo. Sono uno strumento.
Li subisci, li accetti, poi devi agire.

La vera guarigione non sta nel blister.
Sta in ciò che fai quando smetti di aver paura della tua mente.
Quando ti assumi la responsabilità di allenarti alla lucidità, anche quando il corpo non collabora.
Quando smetti di vergognarti e inizi ad affrontare il gioco più bello chiamato VITA.

Domande frequenti

Q: Quando è giusto prendere farmaci per la salute mentale?
A: Quando il malessere interferisce con la vita quotidiana e uno specialista valuta che possano aiutare a ritrovare equilibrio e funzionamento.

Q: I farmaci psichiatrici creano dipendenza?
A: Alcuni sì, ma la maggior parte no. È fondamentale usarli sotto controllo medico e non interromperli bruscamente.

Q: Posso guarire senza farmaci?
A: Ogni percorso è personale. Alcune persone trovano beneficio con terapia psicologica, altre con farmaci, spesso con un mix dei due.

I farmaci non sono il nemico