"Ciò che non mi uccide, mi rende più forte.”
– Friedrich Nietzsche
Non l’ho letto su Instagram. L’ho vissuto.
Questa frase è vera solo per chi è disposto a guardare dentro il dolore e non a fuggirlo.
Il mio punto di partenza non è stato poetico: è stato il lutto.
Mio nonno se n’è andato, e con lui una parte del mio equilibrio.
Da lì: depressione.
Poi la fuga: cannabis, notti senza senso, distrazioni, "amici" con valori a zero.
E infine, la resa: la psicosi.
Un'onda che ti strappa l'identità, che ti mette davanti uno specchio e ti dice: “Tu non sei più quello di prima. E ora?”.
Ma in quel baratro ho trovato il me stesso che valeva la pena salvare.
Se non avessi sofferto, oggi sarei vuoto
Forse avrei avuto più soldi.
Un lavoro di successo. Magari una donna accanto da tempo.
Ma sarei stato un medio, come tanti.
Senza profondità. Senza domande vere. Senza anima.
Il dolore mi ha scarnificato.
E nello scarnificarmi, mi ha fatto rinascere.
Oggi non riesco più a tollerare la superficialità.
La capisco, ma non la voglio.
Non per spocchia, ma perché chi non ha mai sofferto non sa niente della vita.
Non è una gara a chi soffre di più. Ma...
C’è chi scappa dal proprio buio per una vita intera.
E c’è chi ci entra dentro, anche tremando.
Ecco, chi ci entra diventa altro.
Più umano. Più lucido. Più animale nel sentire.
Io oggi so leggere le persone.
So distinguere chi ha toccato il fondo da chi non ha mai raschiato nemmeno la superficie.
E non sono uguali. Non lo saranno mai.
Il dolore è un maestro. Ma devi stare zitto e ascoltare
Quando stavo male, pensavo mi stesse distruggendo.
Poi ho capito che mi stava forgiando in ritardo.
Stava prendendo tempo. Come un artigiano che scolpisce a colpi lenti, dolorosi.
E oggi lo sento: sono più completo.
Soffrire non è la fine, è una risalita travestita da catastrofe.
Se sei disposto ad ascoltare.
Cosa mi ha insegnato la mia sofferenza?
- Che le droghe non aiutano. Ti illudono, ti tradiscono. Sono doping mentale. E se ti scoprono positivo, non puoi più giocare.
- Che certi “amici” sono passatempi, non persone. Se non reggono la tua crisi, non meritano la tua guarigione. O anche solo se non portano valore.
- Che il buio va accettato. Non sempre superato. A volte ci stai, ti ci siedi dentro. E poi, lentamente, ti alzi.
- Che non puoi aiutare nessuno se non hai visto il tuo inferno. E io il mio l’ho visto. A occhi aperti.
Qualche consiglio. Non medico. Ma vero.
- Se stai male non cercare subito di uscirne. Prima guardalo in faccia quel buco. È tuo, ti ha scelto. Ha qualcosa da dirti.
- Evita chi ti dice che devi “positivizzare” tutto. È fuffa per chi ha paura del proprio inconscio.
- Scrivi. Cammina. Stai solo. Sembra poco. Ma è tanto.
- Quando senti dolore, non chiederti perché è arrivato.
Chiediti cosa puoi costruirci sopra.
Per me è nato questo blog.
Anormale.
Perché la normalità non ha mai fatto nascere nulla di potente.